martedì 5 ottobre 2010

Money never "slip"




Il ronsìo nelle orecchie sopra i diecimila metri ce l'ho scempre anche sè penso che è più una 'mpresscìone dovuta al cagotto che ciò quando sciàlgo su un aèrioplano a reazziòne, così, non riesco a dormire gneanche un pochetto, mi riempio lo stomaco di vaccàte, noccioline,cioccolatini, caramelline in attesa del pasto aereonautico.
Il volo dura cinque ore e mezza e avere al fianco il sergione che sbuffa come una locomotiva e:
- cià fame e
- che non capissìe una beata cippa del film che danno e
- che le hostess ciànno il culo basso e le tette piccole e
- che una volta tanto che paga il cliente, dopo tante trasferte economy, ci vuol dar dentro anche di terza gamba e quando arìva all'Otèll chiede sciùbito una bella coperta con la quinta di poppe però non scià come sci traduce in inglese e ce lo devo chiedere io, e
- che -"Ostìa! mi sciòn scordato di dirci al mecanico di far girare le ruote che scènno si sconsumano tutte da una parte!"
...insciòmma, una lagna continua.
Meno male che abbiam mangiato bene, e la lagna, come per magia, è sparita.
Quando l'A-380 , il Super Jumbo della Emirates ha virato sopra il Dubai International Airport ed è atterrato (senza il sciòlito rito del cazzo che solo in Italia si fà: gli applausi) , il Sergione si è svegliato e, asciugandosi la bavetta laterale sinistra, ha sbattuto gli occhietti come Bambi, si è grattato i coglioni come se avesse i piattòni e a esordito: -"Sòccia, devo andare a cagare!"-
Evviva.
L'impatto con la temperatura esterna all'aereo è come un cazzotto di Tyson nel diaframma mentre butti giù una bicchierata di acido muriatico.
50° gradi.
No, dico, 50° secchi eh?
non si suda, si secca.
Dopo 40 minuti , nella Guest Room appare un distintissimo chaffeur in completo blu di Armani con una spilletta d'oro della Company sul bavero che si avvicina a noi e, con voce discreta e in un inglese quasi shakespeariano -" welcome mr. dazwo, welcome mr. Sergione, I am Rachid, it's a pleasure receive you in our country"- il Sergione mi guarda, aggrotta la fronte e dice: -" Sà vòl quest chè?"- (Cosa vuole questo?).
vai! La prima figura di merda negli Emirati l'abbiamo fatta.
Adesso sarà una passeggiata.
Il van della Financial Bank ci accoglie nel lusso, tutto nero, vetri scuri, musica da filodiffusione, un profumo leggero, fresco come quei deodoranti ai fiori tropicali, le valigie noi non le abbiamo più toccate, scopriamo che Rachid non è l'autista ma una specie di segretario tuttofare a nostra disposizione, io e il Sergione ci sciàm guardati diverse volte in silenzio come espressioni tipo: -"Cazzo! hai visto che roba?" con la bocca serrata e gli occhi spalancati.
In effetti , dài, non ci si crede, dopo che ci siamo avviati verso l'hotel Hilton Dubai Creek è stato un sciùssceguirsi di grattacielimacchinonivialonipalmatiborsedipelle a non finire, mentre Rachid ci illustrava il programma della nostra permanenza in terra saudita, ci consegnava un cellulare (nuovo) con il quale potevamo chiamare a nostro piacimento e mentre spiegava tutto questo, Sergione rimirava, girandoselo tra le mani, l'Iphone4 con il logo Financial sul quadrante e guardandomi di nascosto a Rachid che si stava rivolgendo a me, ancora una volta, mimava le parole: - "ma cazzo! hai visto che roba??"
L'arrivo all'Hotel è stato traumatico, siam passàti dai 25° della macchina, piacevolissimi, ai 20° dell'Hotel.
Guarda che non scherzo.
Questi qua sciòn fulminati, tè arrivi da fuori ed entri nel freezer, sì, bello, bello tutto, lusso,piscina, bouffet, quello che cazzo vuoi te lo danno ma ostìassa! un freddo della madonna.
Quando ci han dato le chiavi elettroniche delle stanze non vedevo l'ora di fare una doccia, ma già sapevo quello che mi aspettava: la serata col Sergione che voleva lasciare il timbro anche lì.
...Ma questa è un'altra storia.

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