venerdì 9 dicembre 2011

Arrivedeeeeeerci Chinaaaaaaaaa...


Sciulle note di "Arriverci China", una "bestial seller" copiata (come tutto, del resto, in quel paese) dalla quasi omonima canzone dedicata a Roma, ho lassìato la terra ove abbonda il riso sù tutte le labbra e non sciòlo quelle degli stolti esciòn tornato in italì, la terra dove abbondano le tasse, le zoccole, i politici; un po' di tutto vè!
La mia partenza alla fine dello stage durato qualche mese è coincisa con la scèparazzìone del sodalizzìo tra il Sergione e la sciùa findansata rumegna Suela, coscicchè, ci sciàm truèti per una scèrata scèllerata a base fortemente alcolica per affogare la depressione e il jet leg.
Sòccia quanti ricordi della Cina che mi porterò nel cuore, ...e dèsso che ci penso, anche un belpo' nel fegato con tutte le schifezze che ho ingoiato là.
Comunque, ci ho racontàto al Sergione, e dèsso anche a tè che leggi, la storia della Ester Lee Ling Ling , quella bella bambina che ciò fatto delle figure di merda clamorose ma è venuta a scialutarmi all'aeroporto, di nascosto, e mi ha abracciato, e mi ha anche baciato, ma sciùlla gota, che io invece speràvo di limonarla di bestia con la scusa che partivo ma gnènte!
Come la Vergine di Norimberga, cià le punte all'interno, se stai dentro scèi fatto! Non riesco a dimenticarla.
E pensare che il Sergione mi aveva già sciàlvato i estrèmis quando avevo regalato la siàrpètta bianca alla Ester Lee, ci avevo chiamato il Bar Zotto (certo che Adelmo Zotto poteva aprire un'altra atività, che sciò.....un'impresa edile e fare il.....Palaz-zotto và, opùre vendere il cavolo ver-zotto, ma no! apre il bar che scembra un pisello mezzo moscio....), 'nsciòmma, chiamo e cerco il Sergione: " Oeh! Bestia!, qui ciò un problema......." e ce lo spiego: silensio tombale.
Scènto le rotelle del cervello del Sergione che macchinano, Ostia se macchinavano! sci scentivano anche in teleseleziòne interazzzionale, Era più un rumore di ferraglia, boh! ciavrà i fantasmi nel cranio....comunque, va mò, caga là un sciòluzzzione decisionista: va a casa sua e dicci che sei un minchione, che ti piace e scèi pazzo di lei, che la vuoi portare in Itaglia che ci vuoi fare scètte figli inscième, e che , valà, porti anche la sciùocera con voi, o la và o ti manda a cagare in mandarino, comunque a quel punto hai sciùperato l'impasse e potrai veleggiare in cerca di gnocca più facile, anche perchè con 500 dollari di hong kong trovi bèn una squìnzia che ti fuma il calumet per tutta la notte...
Ostia! che consiglione.
Comunque dalla Ester (con quel nome lì , quasi romagnolo..) ci sciòno 'ndato, la sera stessa e sciùperato lo sbarramento parentale l'ho rivista.
Siamo 'ndàti a mangiare da Sabatini, un ristorante italiano al Royal Garden Hotel, un bel posticino, sì, ci ho detto che ero un minchione e che a mè, lei, mi ci piaceva tanto, no, non ci ho dètto che la portavo in Italia con la mamma e gneanche che ci volevo fare scètte figli , però a guardarla... sciaranno state le tagliatelle di Sabatini, sarà stato il chianti cinese, fattostà che mi è venuto un rimescolo si sciàngue che, scè fossi stato a Las Vegas, mi sarei sparato sciùbito in una cappella "wedding in Las Vegas - all incusive" e l'avrei fatta Signora Dazwo, ma non è andata così.
Abbiàm parlato, un sciàcco di puttanate ma gniente, irremovibile.
Tàcacci una toppa tè, se ci riesci.
Quando che scìam tornati indietro, in taxi guardava dal finestrino, penscìerosa, io non riuscivo a parlare, non ne avevo voglia, mi scembrava di essere tornato alle medie quando la ragazza ti piantava e tè ciavevi il magone perchè ti scentivi rifiutato.
Che brutto.
Poi scìam rivàti a casa sua e lei mi ha invitato a fare due passi per strada, fino a un parchetto all'incrocio tra quattro strade caotiche, lì, scèduti su una panchina sponsorizzata dalla HSBC BANK e mi ha preso le mani tra le sue.

Mi ha spiegato che si sentiva lusingata e onorata per l'interesse che avevo verso di lei ma non avrebbe mai potuto accettare la mia corte perchè sapeva che io ero lì di passaggio e sarei partito per tornare a casa mia.
Lei, diceva, non avrebbe mai lasciato il suo paese, amava quel posto e lì, aveva tutti gli affetti più cari.
Mi ha donato tre monete bucate, legate da una treccia di seta rossa, un regalo di buon auspicio e mi ha pregato di non invitarla più, avrebbe avuto difficoltà a rifiutare e avrebbe sofferto nel negarsi.

Bèn ragazzi, l'ho accompagnata a casa tenendola per mano come due fidanzatini, non abbiamo detto una parola.
Avevo una patata in gola.
Ci siamo salutati formalmente, con un bacino sulla guancia e forse, ma era sera e c'era umido, mi è sembrato di sentire le sue guance bagnate.
E' entrata veloce nell'atrio del suo palazzo, non si è girata ed è subito sparita nell'ascensore.
"Zaijian.." ha sussurrato, "addio" o "arrivederci" è lo stesso, in cinese, è lo stesso con Ester Lee.

Oh! Sembrà una barzelletta ma, tornando verso il mio appartamento avevo in testa l'aria di Puccini, " un bel dì vedremo".

No, Ester Lee Ling Ling, non era Butterfly e io, in quel momento avevo i lucciconi.



giovedì 8 dicembre 2011

lamadonna che polvere!

Si chiama Mario.

O almeno ce l'ho chiamato io così.

L'ho truvèto apoggiato sciùlla tastiera del compiutèr che dormiva, è grosso come un gatto ma non fa le fusa, non sciò gneanche dove cià gli occhi, però se ci dai qualsiasi cosa da mangiare, la mangia, con le sciùe zampettine fà tutti i versìni e gioca a curling facendo le pallette con la polvere , non parla, non miagola o abbaia, non nitrisce o frinisce, ma fa le puzze.

....più lo guardo più sciòmiglia al Sergione.


Dato che dèsso ciò un po' più di tempo per sparar cagate visto che dal mio rientro non ho più messo gneanche un articolo indeterminativo o un verbo o sciòlamente una virgola in del sblòng dell'allevamentodipolli, ho deciso che (pian pianino nè?) ricomincio a raccontare un po' di robe.
Losciò, losciò sciòn tornato da qualche tempo e ho girottolato un pochino tra i sblòngs come le Vipere e ciò fatto anche qualche comèntino stitichino ma vabè oh! Io sciòn 'ndato via e ciò avuto anche da fare vè, non sfràngete i maroni.

Scè mi volete, a sciòn qua.

(Vaccabòia, Mario ha fatto un'altra puzza!!)

mercoledì 30 marzo 2011

A' laùrer! A' laùrer!!




Sòccia, ma tè lo sciapevi che i cinesi sciòn dei spaccamaròni?
Io a sòn andato a lavorare in dell'ufìcio il primo giorno e ciò trovato della gente, vè, ma fulminata oh!
Rivàno presto, anche un'ora prima di timbrare , che poi non timbrano ma passano davanti al capetto ufficio che stà scempre lì alla scrivania con la cicca in bocca, e gli fanno la riverenza, Mo sì! proprio un mezzo inchino e quel busone con la camicia bianca (veramente ciàn tutti o quasi la camicia bianca ma sensa le maniche arrotolate, o corte o abottonate fino in fondo) li guardava tra le lenti degli ochialini come se ci dovesse dare il permesso di andare a sedersi a la scrivagnìa per tacare a lavorare.
Bè, scenti mò, lì in quel posto io ci sciòno 'ndato per acquisire, come si dice, padronanza delle:
"procedure tecniche di contrattualizzazione nell'ambito del diritto commerciale cinese in relazione alla esportazione di materie prime e commodities verso i paesi occidentali con particolare indirizzo verso le transazioni riguardanti le energie rinnovabili"
Ai capìto Patàcca?
Non sciòn mica venuto qua a cambiare l'acqua ai pesci rossi vè?
'desso, io non voglio menare il torrone con i discorsi scìndacali ma, questi cinesini và che li martellano nèh?
lavorano circa dieci ma anche dodici ore al giorno, non hanno la pausa del pranzo e lavorano sette giorni alla scettimana scenza far MAI, e dico MAI, festa.
L'unica festa che fanno è il capodanno cinese che dura praticamente 20 giorni ma anche un mesetto elì, fanno festa tutti e non lavora nesùno.
Ma nesùno èh?
Però devo dire che la prima scessciòne delo stage mi sciòn divertito.
Durante il giorno ero l'attrazione dell'ufficio, saranno venuti in 50 a vedermi come ero fatto (ma dàì, non FATTO come vuoi capire tè, fatto come forma nò?), aveveno tutti la scusa di portarmi qualcosa, una cinesina, ma bellìna, mi portava tutti i giorni un ciotolino con dentro dei frutti di lytchee, dìobono scembrano dei coglioncini pelati, se poi li mangi (lipperlì mi faceveno anche effetto) sembra di addentare un occhio che sa di uva e cià un nocciolo che scembra un smarties obeso.
Regalare qualcosa ci piace ai cinesi però io, come al sciòlito, ci faccio scempre delle gran figure di merda.
Infatti, per ringraziare la cinesina bellìna, dopo qualche giorno ciò portato una bella sciarpina di seta bianca con tutti i motivi a rilievo, presa a Firenze per un'amica e mai regalata.
Tè, 'scolta, la cinesina non l'ho vista per 3 o 4 giorni.
Gli altri mi portavano sigarette, la frutta, mi invitavano a mangiare la sera ma lei, sparita.
Poi, ho chiesto di lei, anche perchè sciòn un maiale e ci facevo su un pensiero di scambio cul-turale e quando che ci ho detto a Yi (nomi lunghi èh?) il colèga che mi seguiva nello stage la storia della sciarpetta, ci è cascata la bazza in terra.
Tutto agitato m'ha spiegato che avevo fatto una cazzata, che l'usanza dei regali in cina è importante e non si devono regalare oggetti bianchi che ricordano la morte.
Bòiaàtmùndlaeder!!
Vàcaporca d'una vàca!!
Io non lo sciapèvo ma i gialletti non ci devi regalare robe bianche, orologi, ombrelli, tutta roba che ricorda appunto la morte o il trascorrere del tempo...
Alòra ho deciso che dovevo farmi perdonare e ho chiamato il Sergiòne, perchè soltanto un amico a 12.000 km., quel gran Patàcca del Sergione potèva levarmi dalle ambasce e farmi conquistare Esther Lee Ling Ling, la cinesina bellìna.
...e questo te lo racconto dopo.

martedì 29 marzo 2011

The china way of life






In questo ultimo periodo sciòn stato a contatto con un mondo che, per certi versi, è una specie di Mirabilandia.
Ma scèmpre, in ogni istante che guardi le persone, le macchine, le strade, il cielo, i colori, Ostia!
I colori....!
Pensa tè che la gente scembra finta, fatta di plastica e, se qui in Italia ridono scempre, là, a casa sciùa, non ridono tanto, quasi mai, anche le ragazze sciòn timide, tengon scempre gli occhi bassi (oltre al culo).
Quando che sciòn rivàto a Hong Kong, non capivo un càsso di quel che diceveno, anche sce parlaveno inglese, non capivo un càsso lo stesso.
L'atterraggio al Chek Lap Kok Airport col volo Cathay Pacific dopo 12 ore di volo mi ha liquefatto i maroni, si vabbè che volare con la Cathay in bìsness vuol dire che ci campi con le sbòronate per dieci anni ma, sòchmèl, dopo 12 ore di bevute, coctèl di scampi, film in trèddì, musica su 10 canali a scìelta, ostièss che scembraveno ussìte fuori dalle pagine di plèiboi, regalini tipo aeroplanini e sigarette cinesi colorate e aromatizzate ai gusti di frutti tropicali con scritto sopra Cathay for you, come se ti augurassero il cancro ai polmoni, ecco , io m'ero rotto propio i coglioni.
Comunque, nella migliore tradizione di ospitalità cinese, arìva un cosino piccolino con 'tacàto adosso un cartelino giallo evidenziatore e il mio nome MR.DAZWO in rosso che c'era da vergognarsi come un ladro se lo avessero fatto a Fiumicino, ma lì no, c'erano altri cosini picolini con i cartelìni verdi evidenziatore, arancione evidenziatore,rosa evidenziatore....con le scritte MR.CAUGHMAN, MRS.NEWMAN, MR.ORTIZ, MR. PINKOPALLO (questa che è quà lo inventata io..), insciòmma, un bordello di cartellini colorati che scèmbrava uno sciòpero di "post it".
sciòn salito sul pulmino(che scèmbrava quello dei Puffi) e, viaggiando a trentaal'ora in un trafico infernale sciòn rivato a domicilio, un bel palazzo di una quarantina di piani propio con la vista sul mare.
Lì c'ho trovato un'interprete che, in un italiano accettabile mi ha illustrato la questione: quello era il mio apartamento.
Per ogni cosa domanda a mè, se ciài fame, se ciài sete, se ciài voglia di ciùlare, ecc.. ma, la cosa importante è che, l'orario degli appuntamenti va rispettato, quando passano a prenderti, devi essere pronto sennò ci girano le balle che non ciànno tempo da perdere.
Càsso!
Io che credevo di trovare i cinesini scèimpre ossequienti....bè sì, quà da noi, ma là da loro, comandano loro.
Il giorno dopo sciòn 'ndato a laurèr per il primo giorno di stage.....

lunedì 28 marzo 2011

Oèh! sciòno quà!


Sciào Raghèz!

A ciàvevo tanta snostalgia del sblong che son stato via tanto tempo in mèz a quei nanetti gialli cà magnèn el rìz en biench e i càn cà abbaia.
Sòn turnedo par vedè i miei figli, la mia Romagna, mangièr una bèla piàda e vedere scè riesco a portare con mè il Sergione.
Vi ci vorrei scialutare tutti quanti che mi sciète mancati (sì insciòmma, quei 2 o 3 che mi leggevano quando che 'ndaveno in bagno).
Ogni tànt ho commentato su qualche sblong italiano e quando che il Sergione a mà detto:
" Uèh! Bùrdel, torna a càsa che ci facciamo due talliatelle col ragù della Cesira (la sciùa mamma) e buchiamo una boccia di Lambròsch..." , non ho sciaputo dire di no, ho pianto mez'ora mentre che guardavo lo scailàin di Tsimshatsui, Kolwoon -Hong Kong dal 24° piano del Cambridge Houe, poggiàto ai vetri fotocromatici che facevano scembrare ancora più nero quel cielo d'oriente.
Mi mancava l'Italia, la mia casa, gli affetti, ....ma 'dessò sciòn qua e per un po' ci voglio restare.
Dài che vi racconto un po' di storie.........

martedì 30 novembre 2010

E NIU' DIIL FOR MI AND MAI LAIF


Sciào Raghèz!
Come citato nel titolo del post, è cuminzè una nuova vita lavorativa per el Dazwo.
Quei cacuzzòli neri che vedete sciopra sciòn la mia nuova missione di vita:
Far sciòldi con le cacchette di coniglio?
NO.
Aricchirsi con le deiezioni di capra?
NOO.
Competere con Briatore grazie ai proventi derivati dalle evacuazioni dei criceti domestici?
NOOOOO.
Dopo un istruttivo viaggio in terre mediorientali e abbagliato dal sole della Rabbìa Sciaudìta ma sciòpratutto dalle svanziche che ci girano attorno, ho venduto l'anima al diavolo e ho accettato un'offerta di lavoro:
Vendere olio.
No, non mi hanno assunto alla Fratelli Carli di Imperia http://www.carli.com/OlioCarli/, i curiosi cacuzzolini neri sono semi di COLZA.
In questo periodo di assenza, la mia vita è stata immersa nell'olio, una fullimmersciòn.
Mi ci vorrà un mutuo per pagare la lavanderia.


giovedì 25 novembre 2010

La scelta di Dazwo

Sòn tornato.
Losò losò, non mi sfrangiate i maroni.
Vi amo con tutto il mio cuore e parte del fegato ma, purtròppo, il lavoro mi ha costretto a scelte di vita che non mi hanno permesso di essere qui (dedicandomicivisinidicivi) con il dovuto rispetto per voi.
Nonostante questo che è quà, il vecchio Dazwo e la sua Orchestra, rimedierà a questi mali nei prossimi giorni e Vi ammorberà con storielle nuove, così, se me avrete voglia.
At salùt.
"