giovedì 15 luglio 2010

frullato di neuroni


Stàmatìna sòn arivè in uffìzio cad fava un caldo porco.
Già in dela machina avevo acceso l'aria frèdda che però, io ciò una certa età , mi fa venire male al capocollo, quand che sono scieso giù, una mana inviscibile mi ha attanagliato il cannarozzo e non respiravo, scìòn corso all'ingresso e quand che sòn entrato...Tiè!
Vacca porca, un cald! ma un cald! ma un cald, ched fava venì la scagazza, gnanca el Marocc.
L'aria frèdda era scassata, seremo tutti sciudati come maiali, anche perchè ciabbiamo i vetri che non sci aprono per scicurezza, ci vuole di rompere un sigillo come quello del contatore del gas.
El mè colega Sergione, un cristo di due metri che peserà un paio di quintali, scioffiava come un mantice e aveva già bevuto una bottiglia di due litri di thè freddo.
Mi guarda scuotendo la testa :
-"Dazwo, dami retta, 'ndiamo sù dal capo e ci diciamo che se non giusta l'aria stamatina smettiamo di lavorare, cazzo! come si fa?"
Scembrava che piangesse, ma era il sciudore che colava, pòvera bèstia, per un momento mi sciòn venuti a mente i cauboiss quando che sparano al cavallo per non farlo scioffrire...
Pòi, verso le undici, ariva il sciolito pirla che consegna la posta interna e mi fa vedere la truvèda che ho messcio in foto:
-" Visto Dazwo!! Sciòn ben intelligenti i giaponesi??"-
Cosa ci vuoi fare? Lo sputi in faccia?
Ho lasciato perdere, faceva caldo e non volevo sprecare i liquidi....

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