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Socc'mel!!
Sciòn tre giorni che ciò il sergione a balia.
E' turnèdo da la Rumania in lacrime (di coccodrillo) perchè la sciùa findanzata rumegna Suela ci ha dato un due di picche per motivi economici.
Eh sì! Il sergione è un omone grande e grosso, alto due metri, ma cià i braccini coooorti, e la Rumegna lavòl, si sà, "attenzione" alle incombenze finanziarie legate all'acquisto di nuovi tanga, monili, la machina, il relàss, lo svago, l'afitto della casa da paghèr, il fratello disoccupato in Romania, il sciuò "vero" fidansato rumeno che ce la fà adoperare in comodato d'uso ma mica gratuito, ecc.
così, quand che il Sergione alè andè a Timisoara a compagnare la Suela, si è trovato di fronte a una situazione simile a quella che hanno trovato gli ammerigani quènd che hanno liberato l' Itaglia.
Ciavèva frotte di ragazetti tacàti ai calzoni a chiederci sciòldi, el fradèl de la Suela tacàto ai maroni a chiederci sciòldi, la mamma de la Suela che la caragnava una collana di litanie in rumegno che Sergione ci diceva scempre di sì col testone ma non capiva un càzzzo e guardava la Suela e lei ci diceva che la mamma chiedeva i sciòldi, eppòi, ultim in fundo, 'rivava il findansato "vero" della Suela, un tipetto che sce lo 'ncontri, mica di notte, basta le 4 del pomeriggio, cambi streda, cià una faccia con tratti magiaro-calabro-campano e un attegiamento che sce lo descrivi " figlio di puttana" lo ritiene talmente un complimento che ci vengono le lacrime per la commozione, e lì, l'apoteosi: ci chiede se la Suela ci piace, se fa la brava, se lo 'scolta, se ce la dà, quanto ce la dà, che ci chieda di farci i pompini che è brava, prima no, ma poi Goran (il fratello del findasato) ci ha fatto saltare due denti davanti con un cazzotto e ha imparato sensa fare storie.
Il Sergione racconta che era basito, lì fermo impietrito a 'scoltare sto fulminato che scembrava parlasse di una capra.
Poi il findansato rumegno ci ha detto che loro due volevano sposarsi entro due anni e avevano già deciso di stare a Bucarest che lui, il findansato, non può venire più in Italia che lo arrestano perchè cià una denuncia per sfrutamento della prostituzione ma non è mica vero gniente, era disoccupato e aveva solo dato una mano a un amico a fare il giro degli incassi delle mignotte e dato qualche calcio in culo a quelle che credevano ancora di essere arrivate in Itaglia a fare le cubiste o le modelle o le segretarie di qualche avvocato e non avevano capito che il lavoro era scempre il solito, 'ndare sciulla tangenziale col culo di fuori a fare l'assistenza sociale ai volatili dietro compenso.
E così il findansato rumegno ci dice che è contento che si diverte con la Suela, ma il giro sulla giostra si paga contanti e ci chiede mille euri per contribuire al corredo.
Così, al Sergione, si sgretolava, mattone dopo mattone, la sciùa "liason d'amour", per lui, così abituato all'ordine, a pagare le bollette del telefono con dieci giorni d'anticipo, a lavare la macchina tutte le settimane, a mangiare la pizza sciòlo il sabato sera che è prefestivo, la Suela era una ventata di internazionalità, una relazione vista sciòlo al cineforum del circolo 1°maggio di Sant'Ermete in provincia di Forlì, nelle serate dove gli amici lo paraculavano dicendogli che lui poteva sciòlo aspirare alla Zelmira, la figlia di Efrem Zamboni, una ciospa col monosciopracciglio e due tettazze da balia, una che facevi prima a saltarla che girargli intorno, e lui sognava, sognava donne come Zeudi Araya o Edvige Fenech o Barbara Bouchet e giù pugnette...
Poi il salto di qualità, un lavoro che non c'entrava un cazzo con lo studio di agraria, non voleva essere “perito” al Consorzio di Forlì e alòra, Vìa!!
Anno dopo anno ha lavorato come una bestia in uficio a far di tutto, dalle fotocopie all'economato all'archivio e poi una bella scrivania e un ufficio condiviso con mè, addetto alle relazioni con i Clienti, un altro mondo, la macchina della società, un buon stipendio...ma l'ammore?
Quasi vergognandosi, la sera, si metteva l'eskimo e prendeva il Ciao e con 2000 lire di miscela faceva l'archetipo del Pouttan Tour sbirciando la fauna femminesca in offerta, alora non c'erano troppe Zaire, Irine, Mowamba, Avilar e compagnia briscola, ma semplicemente le Debborah, le Selvaggia, Moira, Titti che con 10,000 lire ti facevano un servizietto in piedi mentre biascicavano la ciuingam e sbuffavano il fumo delle muratti in faccia e puzzavano di sugo.
Povero Sergione.
Poi un giorno porta un faldone della Promofin svissèra e conosce la Miriam dell'ufficio estero, una secca sensa tette, sensa culo, sensa vista perchè cià due portaceneri di cristallo di boemia come lenti, ma l'ammore, appunto, è cieco, e e allora timidamente si affaccia, dapprima grossolanamente, offrendo compagnia per una pizza al sabato sera, poi per un cine, e poi lei lo invita a casa sua dove vive con la mamma di ottant'anni con l'alzheimer che gli dà di stronzo e busone per tutto il pranzo domenicale ci dice che scembra un gibbone che ha visto al documentario di Piero Angela e che la Miriam è un puttanone che si fa trombare da tutti e vuole che muoia per ereditare i suoi buoni postali.
Il Sergione masticava i mignon di pasticceria che aveva portato e guardava la Miriam mentre cercava di dissimulare il disagio per la madre rincoglionita e ci faceva compassione, sti due disgraziati si sciòn poi sposati in quattro e quattrotto sei mesi dopo.
Al matrimogno c'ereno i colèghi che si sciòn sbafati tutto lo sbafabile, si sciòn fregati anche due oliere che ci è toccato pagarle a parte.
Dopo un anno si sciòn separati.
O meglio il Sergione è andato via di casa perchè la Miriam ha scoperto il sesso estremo e , da ruolo di simil novizia con le gonne sciòtto il ginocchio e i vestiti grigio topo con golfino sulle spalle, grigio topo anch'esso, è passata alla gang bang con i senegalesi che vendevano le calze e gli accendini sotto casa..
Quando Sergione ha capito l'andazzo, anche perchè non poteva reggere il confronto né con l moglie ninfosfame, né con le proporzioni dei “colored” si è chiuso in se stesso ed è partito in depressiòne, specialmente quando la suocera ,ormai totalmente rincoglionita, quando lo vedeva alla domenica a pranzo gli rideva in faccia e gli strizzava l'occhio farfugliando “te lo dicevo io, gibbone!”.
E così a forsa di mangiare è diventato una specie di Fantozzi gonfiato con la pompa, un omino della Mischlèn troppo cresciuto che ha cominciato a cercare qualcosa che non sciapeva gneanche lui, la strasgresscìone lo attirava ma ciavèva una boia di paura, vedeva le rumegne, le russe, tutte ste donne straniere che scembravan bambolotti e poi....
Socc'mel, un giorno 'riva in ufficio con la machina nuova, l'Alfa 156.
Un altro Sergione, da quel giorno.
A cuminzè a darci noia a tutte le donne, tacchinava tutte: basse, alte, secche e grasse, rosce e biond, more e calve, zoppe e sane, spose e vergini, troie e sciuòre, vaccaboia, un macello..
Fino alla Suela.
L'ha conosciuta in balera, 'ndava alla Grotta Maona a Montecatini Terme, noto ritrovo di gnocca stagionata e stragnera.
Lei, morona. Gran culo, grandi poppe, vitino sottile, viso d'angelo, occhioni verdi ramarro, una manciata di lentiggini sciùl naso.
“ Mo cosa ci fa una bella ragazza come tè in questo posto di tardone?”
“mi ci ano portato dui amici di Firense”
I due sòn rivati, uno, sessanta circa, camicia aperta coi peli bianchi, occhio spippàto, l'altro, sui cinquenta camicia nera di seta, pantalone nero, magro, pelato con un anellone d'oro e un finto daytona d'oro, storti come a capodanno.
“Oicchè lo lo lasci perdere Suela!”
“ Vèn via, si va a trombare...” fa l'altro.
Il Sergione l'ha guardata con l'occhio bovino, da brava bestia e: “ Sce vuoi, ti accompagno io, che questi due busoni non stanno gneanche dritti.”
“Bada troia che tu torni appièdi!” dice il Nero, ma già a capito che non conviene mettersi a discutere da bevuti con uno come Sergione, che le mani ce l'ha grosse e se si storge, picchia come un fabbro .
Morale:
Due mesi dopo erano già pucci pucci, a vederli scembraveno la bella e “IL” bestia, il gigante e la bambina, il cappuccino e la briòsc, la camicia col culo, 'nsciòmma , insceparabili.
Il Sergione si è evoluto, ha messo il turbo.
Scempre dietro a Suela, e lei ci mancava che ci meteva il collare con la medaglietta o il chip sciòttocutaneo.
Lei chiedeva, lui provvedeva,....ma cominciava a preoccuparsi.
I sciòldi partivano alla velocità delle machinette che in banca li contano a mazetti, FFFrrrrrr!
E via!
1,000 Euri, 3,000 euri, 6,000 euri....e il capitale assotiglia, e i maròni cominciano a gonfiarsi.
Pòi, la mossa strategica...” Dài Sergione, vieni conoscere mia familia, facciamo vacanza in Romania...”
E lui è 'ndato...
Così, sciàmo rivati a oggi:
dopo che l'hanno ciucciato fino allo stecco, è ndato fuori di testa e i à mandè a cagher tòt quent 'nsema.
La vecchia mamma la piangeva in rumegno e lui l'ha mandata a caghèr, il fradèl chel chiedeva di portarlo in Italia, acaghèr pure lui, il fidansato rumegno, quèl alè fùrb, l'ha capito l'antifona e scè dato via di gamba prima di rimediare una distribuzione gratuita di calci in culo del Sergione che porta il 52 di piedi, si è riservato i saluti finali alla Suela, dopo aver cacciato nei sacchetti della coop tutti i vestiti che ci ha regalato, i tanga, le scarpe, perfino il telefonino e pòi.. l'ha guardata, con lo sguardo di chi si è svegliato adesso dopo la sbronza dell'addio al celibato di qualche amico e, notando che , la Suela in fondo, l'occhio un po' suino ce l'aveva e la mise da tangenziale pure, ma sciopratutto si accorgeva che era lui il coglionazzo e lei, in fondo, non ciaveva colpa, faceva il suo, di interesse .
“ 'Scolta Suela,” cià detto piano “ ti vorei dire tante cose, e mica tutte belle, ansi, gneanche mezza, perchè me a sòn un carotone lo so, ma tè , ad sé una gran baldracca e sciarai scempre così, perciò, VACAGHER!”.
Mi ha telefonato dopo un'ora.” Dazwo, mè ad vegnì la da tè, mi prendi per quindici giorni?” e poì giù a raccontare mentre guidava l'Alfa in diressione Italia, con lo stereo a palla che non capivo gnente.
'Desso è lì, seduto sciulla sdraia cogli occhiali da sole e il costume a mutanda che guarda in basso e 'scolta l'Ipod, ruma con il piede la sciabbia e fa una buchetta che riempie con l'altro piede, ogni tant sospira e mi guarda “'ndiamo a balàre stasera?”
Io ci faccio sì con la testa e lui soride e guarda le spose sciòtto l'ombreloni intorno.
“Dazwo, và che culo che cià quela lì....”
“parla piano Sergione..”
Il marito secco alza lo sguardo con la faccia seria..
“mò vacaghèr, mica te la mangio.....” dice sottovoce.
Sergione è il mio amico, ci voglio bene.
Stasera 'ndiamo a balare inscième.